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Esportazioni di democrazia – 01/2020

La decisione di Trump – assassinare il generale iraniano Soleimani - ha già diviso l’America: ha fatto benissimo o ha fatto bene?

by Giulio Pedani
9 Gennaio, 2020
in Società
3 min read
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La decisione di Trump – assassinare il generale iraniano Qasem Soleimani – ha già diviso l’America: ha fatto benissimo o ha fatto bene?

La decisione è stata presa in pochi minuti dal presidente Trump mentre giocava a golf nel suo resort di Mar–a–Lago, e tutto il mondo, sconvolto, si è chiesto: perché i ranch, i resort e le località turistiche americane in genere, hanno sempre nomi del cazzo?

Il mondo si domanda anche: “perché, a parti invertite, questa azione si sarebbe chiamata attentato terrorista  e avrebbe provocato l’emozione e la vicinanza di tutto il mondo occidentale, oltre che un’entrata in guerra immediata?”
L’amministrazione Trump si è difesa: “siamo stati attenti a risparmiare dall’attacco i tesori artistici iraniani come il codice di Hammurabi, la Nike di Samotracia e la Grande Muraglia”.

Alcuni membri dell’Amministrazione USA dichiarano che l’assassinio del generale iraniano è avvenuto solo per uno spiacevole equivoco:
“Ci siamo sbagliati: volevamo bombardare Foggia”

Un giornalista ha chiesto a Trump e Pence, riuniti al circolo del golf:
“Com’è possibile che molte decine di milioni di persone vi credano ogni volta che reiterate lo stesso banale meccanismo, cioè, in sostanza, usare la guerra come distrazione?”
“Guarda, è davvero incredibile anche per noi”, ha risposto Pence “e ora scusa, ma questo è un tiro difficilissimo.”

Adesso USA e Iran dovrebbero chiarirsi. Per la mediazione è stata proposta una personalità coi nervi saldi: Massimo Cacciari.

Una scuola di pensiero radicata nei neo-conservatori di Dick Cheney afferma che il mondo è più sicuro se l’America mostra i muscoli.
Ma è difficile prendere sul serio uno che di nome si chiama Cazzo.

Il Segretario di Stato Mike Pompeo è deluso per lo scarso sostegno da parte di alcuni Stati Europei. In particolare la Gallia Narbonense, la Gallia Cisalpina e la Pannonia.

Il mondo si domanda: l’assassinio di Qassem Soleimani è legale?
Gli esperti sono divisi: per il segretario di stato Mike Pompeo il generale iraniano “progettava attacchi contro l’America, e ucciderlo è stato solo un atto di dissuasione”.
Per il ministro della difesa Josh Svetonio “le leggi americane non permettono di ordinare un assassinio, ma se non ci sono altri modi per fermare un attacco terroristico, o se una mattina ci girano i coglioni, allora è permesso”.
Per lo studioso di diritto Clive Nevio “alcuni codicilli della carta originale della dichiarazione d’Indipendenza redatti da Thomas Jefferson in persona il 2 luglio 1776 – lo stesso giorno di un palio indimenticabile vinto ancora una volta dalla Selva – , recano testuale che “noi si fa un po’ il cazzo che ci pare”.
L’analista sociologica Jenna Tertulliano afferma invece che “i cognomi di antichi romani, proprio come gli attentati in giro per il medio oriente, sono solo un giochetto fra di noi”.

Anche in Italia ci sono state forti reazioni a questo atto di guerra. Trapela irritazione del Ministero degli Esteri per non essere stati informati che già nella carta della Dichiarazione d’Indipendenza americana stava scritto “noi si fa un po’ il cazzo che ci pare”
Parla anche Salvini: “Prima gli iraniani!”
Matteo Renzi: “l’unico errore è stato personalizzare il referendum del 2016.”
Reazioni anche dal mondo della cultura.
Michela Murgia: “perché è stato ammazzato un generale e non una generalessa?”
Infine il PD: “che è successo?”

Tags: iranpompeoSoleimanitrump
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