Affetto e credito accumulato – e cumulabile – dopo Lo chiamavano Jeeg Robot: 10.
Paura della Legge del budget, per la quale gli artisti di genio (quale è il regista Gabriele Mainetti) possono trovarsi disorientati se le possibilità economico-realizzative delle loro nuove creature crescono a dismisura: 8 (cioè una paura elevata).
Attraversamento della città diretto al cinema in una mite serata autunnale mentre chiunque sia sano di mente è al terzo spritz e aspetta solo di andare a cena: 5,5.
Un’intera fila di posti tutta per me, e pure la fila davanti vuota: 8.
Ombre si affannano per le scale quando già le luci della sala si sono spente, siedono proprio nella fila davanti, proprio nei posti davanti, sono due adolescenti che già ridono come iene (o si disperano, non so, è difficile capirli questi ragazzi) per il fatto di essere entrati al cinema di corsa, e hanno con sé due secchi di pop corn: 5.
Il film inizia con un ritardo mostruoso: 5,5.
Il ritardo mostruoso falcia la pubblicità (sarebbe un 8) oppure i trailer di altri film (sarebbe un 5)? Non lo sapremo mai (5,5 al mistero).
Il film inizia: nella Roma del 1943, in piena seconda guerra mondiale, si svolgono gli spettacoli del circo Mezzapiotta. Il circo è composto da freaks dotati di poteri speciali che si ritrovano soli, senza la guida del loro direttore e padre putativo Israel, e devono cercare una via di fuga dalla città occupata dai nazisti: questa è l’idea di base, e vale un 9.
La sequenza iniziale mostra un intero spettacolo del circo, Israel (Giorgio Tirabassi) dirige e produce in diretta i suoni di scena, Mario il Nano Magnete (Giancarlo Martini) attrae oggetti metallici che dopo un breve volo gli si appiccicano addosso, Matilde la Ragazza Elettrica (Aurora Giovinazzo) accende lampadine solo sfiorandole, Fulvio l’Uomo Lupo (Claudio Santamaria) piega le sbarre delle gabbie, Cencio l’Incantatore di Insetti albino (Pietro Castellitto) governa sciami di lucciole, praticamente il meglio di Tod Browning più il meglio di Fellini più il meglio di Gilliam più il meglio di Garrone, in sostanza: 9.
Lo spettacolo viene interrotto da un bombardamento che distrugge il tendone e il quartiere, i protagonisti fuggono e si disperdono per Roma: 8 (alla sequenza, non al bombardamento).
Primo “ma che cazzo stai a dì” dell’Uomo Lupo all’Incantatore di insetti: 8,5.
I protagonisti decidono di andarsene a cercare fortuna a New York, Israel deve prima raggiungere Roma un’ultima volta e poi si ritroveranno per partire, ma Israel non torna: 5 per il dispiacere.
I quattro si separano: Matilde, la Ragazza Elettrica, resta a Roma per cercare Israel, gli altri tre partono per la Germania cercando un ingaggio al Zirkus Berlin, che a sua volta lavora con “fenomeni da baraccone” come loro, solo che è diretto da Franz, un giovane nazista (5 per la somiglianza a un Vincent Gallo con il labbro leporino), anche lui un freak che possiede mani con sei dita (8 alla citazione del conte Rugen de La storia fantastica).
Impressione: non solo l’Hans Landa di Bastardi senza gloria, ma anche lo Zingaro (9) di Jeeg Robot erano “cattivi” di un altro pianeta, più centrati e credibili. Ad ogni buon conto, Franz il nazista è un virtuoso del pianoforte, e ha persino il potere di vedere nel futuro: si esibisce di fronte a una platea di ammirati gerarchi suonando Sweet child of mine (poteva scegliere meglio: 4,5) e Creep (che però sembra la versione di Vasco Rossi: 4,5), il suo studio è pieno di disegni di oggetti tecnologici ancora impensabili, tra cui un cellulare incredibilmente simile al mio primo Nokia (8).
I nostri eroi vengono assoldati dal Zirkus Berlin: Franz prevede la disfatta nazista, e crede che i freaks, con i loro poteri magici, siano l’unica speranza tedesca per vincere la guerra.
Al Zirkus l’Uomo Lupo conosce una Donna Lupo, si piacciono e vanno subito al dunque: 7,5 alla scena di sesso hairy.
Intanto Matilde, sola e sperduta di notte nella Roma occupata, dopo aver assistito al rastrellamento del ghetto (ma senza trovare Israel) e aver subito un tentativo di stupro da parte di un nazista da cui si difende incenerendogli una mano, fugge nei boschi e viene soccorsa dai partigiani.
I partigiani sono un’accozzaglia di storpi e mutilati molto simili ai ladri di Robin Hood principe dei ladri (7.5).
Sono capitanati dal Gobbo – cioè Max Mazzotta, l’immortale Fiabeschi (9,5) di Paz –, un partigiano calabrese affetto da coprolalia che, per convincere Matilde a usare i suoi super poteri in aiuto alla guerra antifascista, la prende serenamente a bastonate (va bene non mitizzare, ma questa parte della sceneggiatura sembra scritta da Giampaolo Pansa: 4).
Matilde va in Germania per ritrovare i compagni. Li ritrova, e insieme vengono a sapere che Israel è stato messo su un treno e deportato.
Si scopre che Franz il nazista, pur essendo un sadico molto agitato e con una dipendenza dall’etere, ha una spiccata sensibilità che lo porta a soffrire, ad esempio, per il rapporto tormentato con la compagna e per il legame psicopatologico con il fratello (7 all’aderenza con un qualsiasi personaggio di Margherita Buy).
Franz fa esibire i nostri eroi, loro sabotano il suo spettacolo, Franz ha una crisi isterica, si amputa un dito di entrambe le mani (per non dover più eseguire i Guns ‘n Roses al piano? 7), i nostri eroi fuggono alla ricerca del treno di Israel.
Raggiungono il treno nella notte, lo assaltano, lo bloccano grazie a Cencio che scatena uno sciame d’api contro il vagone dei nazisti e Mario che infilza i nazisti con forchette volanti (7).
Battaglia finale contro i nazisti, arrivano anche Franz e i gerarchi, arrivano persino i partigiani italiani (considerando che non esistevano i gruppi WhatsApp, 7,5 alla precisione dell’appuntamento).
Un minuto di mitragliate (6).
Cinque minuti di mitragliate (4,5).
Venti minuti di mitragliate (2,5).
Il decorso da Roma (città aperta), Otto e mezzo, L’armata Brancaleone e Bastardi senza gloria a un qualunque film con Vin Diesel lascia un po’ di delusione (5.5).
Al quindicesimo minuto di mitragliate Israel salva Matilde ma viene colpito, muore abbracciato a lei dicendo con un filo di voce “Hashana haba’a b’Yrushalayim”, che significa “Ci vedremo l’anno prossimo a Gerusalemme”, ed è una frase antisionista degli ebrei della diaspora: 8.
Matilde, ormai prossima al grado di incazzatura 98 della scala Zequila, si trasforma in un fungo atomico umano (7 al colore giallo paglierino che prende l’interno del suo corpo) e spazza via tutti i nazisti a parte Franz.
Franz, dopo essere sopravvissuto anche al fungo atomico, si suicida (dopo aver visto nel futuro il crollo di Hitler, o quello della Gioiosa Macchina da Guerra di Achille Occhetto nel 1994? Non sappiamo, ad ogni modo buona scelta: 7,5).
I nostri eroi si incamminano insieme al tramonto, verso un futuro senza nazisti e senza guerra: 7.
Ultimo “ma che cazzo stai a dì” (con sveglia sulla nuca) dell’Uomo Lupo all’Incantatore di insetti: 8.