La Dea Fortuna, nuovo film di Özpetek, visto da un elettore di Potere al Popolo:
Ferzan Özpetek, regista turco-italiano e quindi esempio vivente di un riuscito meticciato tra Oriente e Occidente, ci accompagna in un altro commovente viaggio nelle passioni più intime e toccanti dell’anim* uman*: la vita di Alessandro (Edoardo Le*) e Arturo (Stefan* Accors*), riuscita coppia omosessuale (frutto di una splendida valorizzazione delle differenze) alle prese purtroppo con un periodo difficil*, viene sconvolta dall’arrivo di due bambini: sono i figl* di Annamaria (una Jasmine Trinca straordinariamente somigliante a una guerrigliera curda), che era la compagna di Alessandro prima che lui conoscesse Arturo e scoprisse in se stesso una serie di differenze meticce valorizzanti. Finalmente un film che ci fa respirare fuori dal miope gretto orticello italiano, e ci restituisce la realtà com’è davvero: un intero isolato di Roma dove tutti vivono in case di 300 metri quadri con terrazza e s’invitano tutte le sere a cena a vicenda, sparano fulminanti pillole di saggezza mentre servono in tavola il ventiseiesimo dolce libanese (frutto di una riuscitissima integrazione meticcia fra pastafrolla egiziana, creme armene e pinoli siriani), subito dopo il caffè danzano un klezmer suonato da una banda di profughi bosniaci e nomadi berberi, e la splendida comunità LGBTKXW$£^ù”°§ dell’isolato è costituita da una coppia omosessuale, una trans, la solita vecchia turca simpatica per contratto e una sudanese estremamente solare. Capolavoro. Peccato solo per il mancato riferimento al problema dei curdi e per l’assenza di Margherita Buy.
La Dea Fortuna, nuovo film di Özpetek, visto da un elettore della Lega:
– Chi se lo immaginava che questo mignottone beccato su Tinder era una zecca? Io non ho fatto polemica (Prima gli italiani, d’accordo, ma più che altro Prima la fica ahahahah), solo che ha preteso di andare al cinema, e va bene, accontentiamola, ma pensavo fosse un filmetto di Natale, e invece che mi ritrovo? Sto film di Orzet- Ospit- Ozr insomma un nome turco del cazzo con questi due finocchi che vanno in crisi perché torna una mezza tossica e chiaramente uno dei due s’era scopato pure lei perché loro sono così, maschi, femmine, va bene tutto, e la tossica s’ammala per via credo delle malattie che s’è presa a forza di andare coi finocchi, e allora che succede? I due bambini della tossica restano a loro! Con tutta la loro combriccola, composta da: un tizio rincoglionito che sembra Vialli, una zoccola, un travone, la solita vecchia turca simpatica per contratto e una negra. Meno male alla fine i bambini tornano dalla nonna in Sicilia, e la nonna gliele canta chiare a quelli: Finocchi! Pervertiti! Finalmente un personaggio positivo. Tinder però così non va bene un cazzo.
La Dea Fortuna, nuovo film di Özpetek, visto dall’autore:
– Dai, almeno non c’era la Buy.