Le cose parlano
L’estetica dei luoghi che amo fotografare rispecchia, e allo stesso tempo supera, il “vuoto cosmico” che percepisco come caratteristico della nostra epoca.
Sporcizia, solitudini, moltitudini, degrado, silenzio, chiusura, decadenza, finzione. Potremmo descrivere anche la società che ci circonda con le stesse parole: dalla politica, alla cultura, ai rapporti sociali.
Un distributore, uno stabilimento balneare in pieno inverno, sembrano portarsi dietro tutto un bagaglio di aspettative mancate.
Inevitabilmente vengo attratto da questi luoghi che per me diventano icone, luoghi assoluti.
Ecco che ogni volta che fotografo queste “cose”, potrei essere ovunque, potrei essere chiunque.
Quello che cerco è la catarsi dall’horror vacui.
















