Un mese fa Minimum Fax ha pubblicato in Italia, con la traduzione di Roberto Serrai, Il fratello buono di Chris Offutt, ultima della serie di uscite che la casa editrice ha dedicato all’autore americano, dopo le raccolte di racconti Nelle terre di nessuno, A casa e ritorno, e i romanzi Country Dark e Mio padre, il pornografo. Il fratello buono è stato scritto nel 1997. Racconta la storia di un uomo in fuga. L’uomo lascia il Kentucky e vaga finché non si stabilisce in Montana. Lì si troverà a contatto con strani soggetti. Sono diffidenti come animali selvatici, si esprimono con linguaggi sibillini e confusi, vivono in rifugi isolati, sono armati come gruppi paramilitari autonomi: sono i Patriots.
Offutt fa emergere le idee dei Patriots dai dialoghi che alcuni di loro hanno con Joe, l’uomo in fuga (e protagonista). Alcuni esempi:
“È semplice, Joe. Non riconosciamo l’autorità del governo federale sui privati cittadini. Non abbiamo paura di difendere la nostra libertà (…). E adesso la nostra libertà è in vendita. Il secondo emendamento non vale più. Stanno portando via le armi a destra e a sinistra.”(…)
“Chi sono gli uomini-fango?”
“Tutti quelli che non sono bianchi.”
“Sono persone anche loro, no?”
“Finché restano coi loro simili (…). Le razze devono restare separate. È la storia della torre di Babele. La storia la conosci, no?”
“Certo”, disse Joe. “Gli antichi costruirono una torre, e a Dio non piacque. Dunque li costrinse a parlare lingue diverse”.
“Vedo che conosci la Bibbia. E quelle lingue sono le razze. Dio voleva che restassero divise.”
“Non è proprio quello che dice la Bibbia.”
“Allora mettiamola in un altro modo. A chi vanno tutti i servizi del governo in questo paese? Alle città. E lo sai chi ci abita nelle città? Gli uomini-fango.”
Si potrebbe pensare, leggendo Il fratello buono, che il libro prenda una piega fantasiosa, fra il distopico e l’apocalittico, con buone dosi di assurdità, a partire proprio dalla rappresentazione di questi gruppi di minacciosi montanari; che Offutt – affezionato a personaggi modellati sul rude americano rurale della Rust Belt, tutti fucili, pick up, libertà (in particolare la libertà di possedere armi), whisky, isolamento, rimpianto per i “bei tempi andati” – si sia spinto fino a immaginare la loro trasformazione in un vero e proprio esercito eversivo, con l’obiettivo di dichiarare guerra al governo federale.
I Patriots, però, esistono davvero. Fin dagli anni ‘90 sono stati uno dei motori dell’”Alt-Right”, l’estrema destra statunitense, accogliendo tra le proprie fila chi rigettava la realtà fattuale e aveva bisogno di costruirsi una propria versione (non importa quanto fasulla) del modo in cui gira il mondo. Si sono insediati nel mainstream lo scorso decennio, con il Tea Party, movimento politico ispirato nel nome all’azione di protesta che nel 1773 vide i coloni del Nord America opporsi alle tasse inglesi ed oggi comunemente annoverato tra le iniziative populiste di destra. Nel 2013 I Patriots sono arrivati ad avere 1360 gruppi attivi. Da tempo erano un esercito in attesa del comandante in capo, finché non lo hanno trovato in Donald Trump.
Il libro reportage del giornalista investigativo David Neiwert Alt-America. L’ascesa della destra radicale nell’era di Trump (Minimum Fax, 2019) traccia in modo approfondito la storia dei Patriots e di altre decine di gruppi di estrema destra, i media che li hanno sostenuti, la loro ascesa verso il mainstream, infine il loro peso attuale nella politica degli Stati Uniti.
I Patriots, e con loro la vasta galassia dell’estrema destra americana, pensano che il gruppo di potere che governa il mondo sia composto da una élite progressista segreta: il Nuovo Ordine Mondiale. Secondo loro il Nuovo Ordine Mondiale ha messo al potere a suo tempo Obama – che in realtà è un musulmano nato in Kenya – allo scopo di imporre la sharia in USA; il Nuovo Ordine Mondiale si è inventato il surriscaldamento globale per espropriare suolo pubblico agli americani; vuole eliminare il Secondo Emendamento per disarmare gli americani e imporre una dittatura; progetta di sostituire gli americani bianchi con neri e immigrati ispanici.
I Patriots si oppongono inflessibilmente a qualsiasi limitazione delle armi; si preparano a difendersi da soli; costruiscono armi fai da te, in modo da non doverle denunciare; accumulano riserve di armi e cibo in vista dell’imminente giorno in cui sarà necessario usarli; rifiutano di pagare le tasse; giurano “fedeltà alla Costituzione” ma la interpretano con toni biblici – e con le stesse modalità distorte con cui decodificano la Bibbia stessa; credono che la FEMA (ente federale gestione emergenze) abbia il progetto di organizzare campi di concentramento dove rinchiudere gli americani bianchi; auspicano la chiusura della Federal Reserve e il ritorno allo standard aureo; si battono contro l’ONU, l’aborto (per alcuni di loro, i difensori del diritto all’aborto seguono un programma di eugenetica che ha come obiettivo i cristiani), il multiculturalismo, l’immigrazione e, naturalmente, contro il Nuovo Ordine Mondiale che regge i fili di tutto ciò.
Non è facile discutere con i seguaci dell’Alt-Right poiché, dal loro punto di vista, le idee che hanno trovano sempre conferma. Sono disposti ad accettare qualsiasi versione che supporti la loro visione delle cose e irremovibili nel sostenere che gli “sheeple”, i pecoroni, sono quelli che si fidano delle dichiarazioni ufficiali. Questo trasforma ogni ipotetico ragionamento con loro in un gorgo senza uscita.
E se il primo gennaio 2000 non succede nulla, anche se credevi che il Millennium Bug avrebbe causato la fine della civiltà Occidentale? “È per farci credere che sia tutto normale”.
E se Obama non è più presidente, oltre al fatto che – poniamo – gli omicidi di persone di colore sono all’ordine del giorno? “Sono depistaggi, dunque ulteriori prove della cospirazione”.
Le persone (alcuni milioni) che hanno queste convinzioni, a quante e quali altre minacce, pericoli e complotti ai loro danni possono credere?
Quando Donald Trump, nel 2016, ha annunciato che era in atto una grande operazione da parte dei media e dell’establishment per “manipolare il voto” e “rubare le elezioni” (notizie mai in alcun modo dimostrate o supportate da prove), i suoi sostenitori non solo hanno accolto l’ipotesi come verità, ma hanno cominciato a parlare di una rivoluzione per rovesciare o addirittura assassinare Hillary Clinton.
E se poi Hillary Clinton, come è in effetti accaduto, perde le elezioni e accetta il risultato senza una piega? “È una copertura per farci credere che non fa parte del gruppo dirigente del Nuovo Ordine Mondiale”
Da dove viene questa forma di pensiero paranoica e cospirazionista, capace di pervadere ogni aspetto della realtà? C’è chi ipotizza che sia un lascito della Guerra Fredda; dopo decenni di paura verso i russi e lo scontro nucleare, in molti avrebbero ereditato la mentalità da bunker (il survivalismo, l’accumulo seriale di cibo e armi da nascondere in vista del giorno); e una volta scomparso lo spauracchio sovietico, quella sindrome da accerchiamento non è riuscita a trovare un nemico su cui sfogarsi. Finché il governo federale (“Il governo non può risolvere i problemi, è esso stesso il problema”, Ronald Reagan, 1980), gli uomini-fango (i mud-men, cioè tutti i non-bianchi), l’ONU e il Nuovo Ordine Mondiale non hanno riempito quel vuoto.
Con l’arrivo di Internet – e con esso il facile anonimato che assicura, lo sprezzo arbitrario per l’importanza delle prove e dei fatti, la perdita del basilare rispetto interpersonale – , i gruppi cospirazionisti come i Patriots sono riusciti a compattarsi, a diffondere le proprie idee e proliferare. All’inizio del nuovo secolo, la rete era già diventata un coacervo di teorie della cospirazione, accuse infondate e congetture sfrenate.
Per Eric Oliver, professore di Scienze Politiche all’Università di Chicago, le teorie della cospirazione sono “un’altra forma di pensiero magico. Come in ogni forma di pensiero magico, le persone usano le teorie del complotto per scaricarvi le proprie difficoltà emotive. Nel tentativo di ristabilire un equilibrio emotivo, cerchiamo uno schema. E nella ricerca di uno schema utilizziamo l’euristica, vale a dire una serie di scorciatoie mentali, in parole semplici”.
Assieme ai Patriots, negli anni sono cresciute numerose formazioni di estrema destra: i Freemen di Leroy Schweitzer (che nel 1996 si barricò armato in un ranch e fu arrestato dopo un assedio di 81 giorni, a cui i suoi seguaci fecero seguire attentati); i Minutemen (che nel 2003, convinti di un’imminente invasione da parte dei messicani, si accamparono armati per giorni sul confine dell’Arizona; del resto il Klan Border Watch era stato ideato da David Duke, capo del Ku Klux Klan); i Threepers di Mark Vanderboegh, formati da civili che hanno armi proprie (“Three Percenters”, in relazione al mito secondo cui solo il 3% dei coloni partecipò come combattente attivo alla Rivoluzione Americana); e i Freedom Works, la Militia of Montana, gli Oath Keepers di Stewart Rhodes, l’American Freedom Party, l’American Renaissance, i Proud Boys.
Con la nascita del Tea Party nel 2008, queste formazioni furono presenti a ogni raduno del movimento, avvolti nella bandiera confederata o nella Gadsden Flag (il vessillo giallo con raffigurato un serpente a sonagli e la scritta “non calpestarmi”), e si esaltarono nella protesta contro la presidenza Obama e la sua riforma sanitaria, legittimati o apertamente appoggiati da influenti opinion leader come Rush Limbaugh, Glenn Beck, Pat Robertson, Bill O’Reilly, Andrew Breitbart, Alex Jones, Michael Savage e da politici come Ron Paul e Sarah Palin.
Nello stesso periodo, Donald Trump era un Birther, un “nativista”: uno di quelli che credono che il certificato di nascita di Obama sia falso e che quindi Obama non sia cittadino americano. Alcuni senatori repubblicani rigettavano questa teoria e chiesero una sua smentita. Trump insisteva, e anzi rincarava la dose in ogni apparizione pubblica. Obama, alla fine, per chiudere la questione mostrò il certificato pubblicamente. Tutto chiarito? Per nulla. Trump riprese: “Dobbiamo controllare. È il documento originale?”
Nel 2012 incoraggiò ancora i Birther, nel frattempo moltiplicatisi a dismisura (ancora oggi organizzano “ricerche della verità”), diventando in pratica il leader nazionale loro e di tutti i cospirazionisti. Michael Savage, il più popolare agitatore politico insieme a Rush Limbaugh e Alex Jones, già nel 2014 gli chiese in diretta di candidarsi.
Quando il 3 maggio 2016 la nomination di Trump come candidato repubblicano fu ufficiale, tutta l’estrema destra festeggiò. Si esultò sul sito neonazista Daily Stormer, su Stormfront, su Infowars, sulla rivista Taki’s (Alt-Right è la definizione coniata dal suo direttore Richard Spencer nel 2009), e sul Breitbart News Network di Steve Bannon, che si prese il merito di aver gettato le basi del movimento nazional-populista già dai tempi di Sarah Palin.
Il 17 luglio 2016 Trump annunciò che Steve Bannon sarebbe stato il direttore della sua campagna per le presidenziali.
Durante tutta la campagna Alex Jones, importante conduttore radiofonico e opinion leader cospirazionista, si disse certo che Hillary Clinton avrebbe truccato le elezioni. Trump rilanciò puntualmente le accuse. Jones disse anche che Trump aveva ormai “portato i nostri sostenitori nel mainstream”, e che era in pratica “una cellula dormiente dei Patrioti”. Nello stesso periodo, tra l’estate e le elezioni di novembre, per molti esponenti dell’Alt-Right Trump divenne la pillola rossa di Matrix: quella che permette di vedere finalmente la realtà.
“Ci si affida alla tirannide”, secondo lo storico di Yale Timothy Snyder, “quando si rinuncia alla differenza tra realtà dei fatti e ciò che si vuole sentire. L’accettazione delle falsità è la precondizione della tirannide. Abbandonare i fatti significa abbandonare la libertà.”
David Neiwert scrive che “ognuno di noi possiede metodi diversi per scegliere tra il vortice di notizie che il mondo ci riversa addosso. Il primo consiste nel procedere per tentativi – ben presto scopriamo che le informazioni false, fuorvianti o distorte possono condurci a una profonda sofferenza. Ma alla fine stabiliamo un modo per raccogliere le informazioni con cui ci sentiamo a nostro agio e impariamo a riconoscere le fonti più affidabili. (…) In un’epoca di comunicazioni e tecnologie ad altissima velocità, il compito di riconoscere le informazioni affidabili è diventato molto più personale e casuale di quanto fosse nel passato. Internet, che è oggi la primaria fonte di informazioni per moltissime persone, ha ridotto la gran parte del flusso delle notizie a tweet di 140 caratteri e brevissimi video. E mentre la rete è invasa da agenzie di propaganda profondamente ideologica e siti di bufale, è diventato sempre più difficile stabilire quale notizia sia accurata e quale no”.
“A un certo punto”, conclude Neiwert, “ci dovrà essere una discussione su cosa è un fatto e cosa non lo è, perché sarà quello alla fine a determinare se si può arrivare a stabilire un terreno comune razionale.”
Negli Stati Uniti si sta per votare di nuovo; questa volta la sfida è tra Donald Trump e Joe Biden. Al momento non possiamo sapere con certezza se il voto si svolgerà in modo regolare, o se il candidato democratico Biden “ruberà le elezioni”, come vanno ripetendo da giorni in modo martellante Trump e la propaganda repubblicana. Nel frattempo, stand back and stand by.