Lady Mary Montagu è diffidente. Le cure alle forti febbri malariche cui si sottoporrà, condotte dal dottor Baglioni di Adro, non la convincono del tutto. Eppure dovrà ricredersi, grazie proprio alle virtù miracolose del preparato a base di acque termali e china del dottore, che le permetterà di sentirsi meglio e addirittura di rimettersi totalmente. Lady Mary scoprirà così, a poco a poco, il paese e la sua gente, il teatro e le innate doti attoriali dei cittadini, i contadini e le persone comuni, semplici e splendide, a loro modo; si donerà totalmente alla vita culturale di Lovere, una fila di case affacciate su un sonnacchioso Sebino, e risorgerà per l’ennesima volta, in un meraviglioso eden privato.
A Lovere Lady Mary Montagu gioca serenamente a whist e guarda le onde del lago sciaguattare scure e bonarie. Alla figlia scrive «Il luogo in cui mi trovo è il più romantico che abbia mai visto in vita mia»(1), anche se non manca di evidenziare alcuni tratti caratteristici degli italiani, evidenti già all’epoca. Nel 1750 scrive al marito «Sono piuttosto convinta che il ritardo di tutte le mie lettere e la perdita di molte altre siano determinati dalle poste italiane. Non ne ricevo mai una che non sia stata aperta e poi sigillata di nuovo. Alcune mi arrivano addirittura aperte» (2).
L’anno precedente Lady Mary era giunta da Brescia sulle sponde orobiche del lago, in fuga da un periodo di forzata convivenza presso la casa del conte Ugolino Palazzi, all’angolo sud-est del Foro romano, in pieno centro storico. Di certo la piazza che Lady Mary poteva solamente spiare dalle tende, controllata a vista dalla megera madre dello spiantato conte, era di molto diversa da oggi, privata delle quinte sceniche del Tempio Capitolino, all’epoca ancora sotterra, dato che verrà scoperto solo nel 1823 da Luigi Basiletti, incaricato degli scavi. Tutto ciò che poteva aver osservato in quei mesi di dolorosa sconfitta personale, donna libera per natura, tristemente ingabbiata, era una piazza ancora dominata dall’elegante palazzo Martinengo, oggi splendida sede espositiva, dove il Foscolo, in uno dei suoi numerosi trascorsi bresciani, avrebbe consumato il suo amore segreto per Marzia Provaglio, e circoscritta dal cantiere della Chiesa di San Zeno al Foro, appena terminata, invasa sino a dove oggi c’è via Musei, dalle pendici verdeggianti e ancora selvagge del colle Cidneo.
Aristocratica inglese e rivoluzionaria senza paura, in particolare quando da giovanissima conosce e desidera sposare Edward Wortley Montagu, nonostante il padre di lei si fosse opposto con decisione alla loro unione. Con le idee molto chiare, Lady Mary rinuncia all’eredità, pur di sposarsi. Nel 1716 Wortley viene nominato ambasciatore a Costantinopoli e Lady Mary lo accompagna con le migliori intenzioni. Il suo ricco e prezioso resoconto di viaggio di quel periodo, la precisione e le particolarità geografiche del suo attento lavoro, costituiscono una meravigliosa e unica testimonianza della civiltà islamica del diciottesimo secolo. Qui Lady Mary conosce la pratica della vaiolizzazione, per la quale nutre grande interesse, a causa proprio del vaiolo che ne aveva da poco sfigurato i lineamenti, aiutando quindi la diffusione nella sua Inghilterra, attraverso una instancabile attività di propaganda, e giungendo a far inoculare anche i suoi figli pur di dimostrare la validità della pratica, scoperta e studiata con dedizione durante la sua permanenza in Turchia.
Rivoluzionaria anche quando, nel 1739, abbandona il marito e il suo oramai stanco matrimonio, mascherando una fuga d’amore da viaggio di salute. Lady Mary resterà lontana dal marito per sempre, e non lo rivedrà mai più, sebbene continuino a indirizzarsi lettere colme di reciproco rispetto e velate da un affetto sincero. Lady Mary è in Italia, innamorata di un mediocre intellettuale, Francesco Algarotti, il quale non tarderà a deluderla. Sarà proprio in questi anni che Lady Mary conoscerà il senza scrupoli conte Ugolino Palazzi, attirato dalle di lei ricchezze, e pronto a murarla viva nella sua dimora, derubando la signora dei gioielli, per pagarsi i numerosi debiti di gioco.
Una vita straordinaria e fuori dal comune, una meteora nell’Italia del nord della metà del diciottesimo secolo, la cui scia pare un caleidoscopio di mille colori. Lady Mary è eccentrica, silenziosa quando serve e pungente all’occorrenza, abile scrittrice, vivace salottiera, polemista quando c’è da esserlo, soprattutto nelle sue note risse letterarie con vittima il poeta inglese Alexander Pope, suo contemporaneo. Questi, innamorato di lei, non incontrava però il favore del destino, e viene addirittura ritratto in un dipinto di William Powell Frith, mentre dopo aver dichiarato per lei il suo amore, ritira il viso in una smorfia di delusione e vergogna, mentre Lady Mary scoppia in una fragorosa e irrispettosa risata.
La geografia di Lady Mary è sorprendente, dalla natale Thoresby Hall fino alle acque scure del Lago di Iseo, passando per Londra, Vienna, Adrianopoli, Costantinopoli, Avignone, Firenze, le insospettabili residenze a Costavolpino, provincia lacustre di Bergamo e a Gottolengo, nella profonda bassa bresciana, senza escludere il capoluogo, sua prigione per qualche mese. Una vita straordinaria e vivace, una donna pronta a scavalcare le vetuste credenze dell’epoca riguardo al sesso femminile, protofemminista a detta di alcuni, indifferente alla solitudine, ma incapace di non amare, e per questo incline a essere truffata o ricattata; una donna magnetica, che perse la leggendaria bellezza a causa del vaiolo, e che da questo intraprese una battaglia di civiltà e progresso, testimoniando con puntualità ogni suo pensiero e descrivendo con garbo e ironia sottile ogni luogo visitato.
Lady Mary è una donna del futuro vissuta nel passato, e mentre gioca a whist nel giardino di casa sua, non tradisce la sua sicumera, e accompagna con lo sguardo un’onda, chiedendosi da dove provenga, e non dove vada a infrangersi, sonnolenta e caparbia, come le onde nere del Sebino.
(1) Lady Mary Wortley Montagu, Lovere, il luogo più romantico che abbia mai visto in vita mia: lettere da Lovere e dintorni (1749-1755), Centro Civico Culturale, 2009.
https://books.google.it/books/about/Lovere_il_luogo_pi%C3%B9_romantico_che_abbia.html?id=NVgFoQEACAAJ&redir_esc=y
(2) Lady Mary Wortley Montagu, Lovere, il luogo più romantico che abbia mai visto in vita mia: lettere da Lovere e dintorni (1749-1755), Centro Civico Culturale, 2009.§https://books.google.it/books/about/Lovere_il_luogo_pi%C3%B9_romantico_che_abbia.html?id=NVgFoQEACAAJ&redir_esc=y